Al via la seconda edizione della rassegna ideata da Lina Prosa, che unisce drammaturgia classica e sensibilità contemporanea. Eventi al tempio e teatro antico, all’ex convento di San Francesco di Calatafimi-Segesta e anche un cammino tra la natura alla ricerca del mito
di Guido Fiorito

Il teatro di Sofocle, la peste nell’antica Atene e la pandemia contemporanea, questo il tema centrale della seconda edizione dello Scena Segesta Festival 2021. Apertura sabato prossimo al tempio di Segesta, con Edipo a Colono/lontano nel bosco di Lina Prosa, ideatrice della manifestazione. “La tragedia di Edipo – dice Prosa – riporta immediatamente a noi. Nella peste come nella pandemia di Covid, c’è la ricerca della colpa individuale di una catastrofe collettiva, l’esperienza umana della separazione, le variazioni culturali del caso e del destino”.

Al centro del festival è l’Edipo di Sofocle, indagando su ciò che sta dietro il testo, unendo la drammaturgia classica e lo sguardo contemporaneo. All’interno lavori scenici nati dal progetto Generazione Edipo, sviluppato da Arlenika-Centro Amazzone di Palermo e l’AsKéné-LeLabò di Losanna. La regista svizzera Simone Audemars terrà una lezione laboratorio su Sofocle, il testo e l’attore, e poi curerà due Inventari su Edipo re nell’ex Convento di San Francesco a Calatafimi-Segesta. Lina Prosa si è dedicata, invece, alla figura di Giocasta, la madre di Edipo. “Giocasta Flash” è un “sopralluogo drammaturgico” al teatro antico di Segesta. Gli attori leggeranno testi in teatro durante la giornata interagendo con i turisti. Giocasta/inventario di una vita chiuderà il festival il 18 luglio. “Giocasta – dice Prosa – è un personaggio meno approfondito di Edipo. Qui chiede il suo posto in scena e di raccontare la sua storia”.

Ci sarà un balletto di Silvia Giuffrè, creazioni musicali per voce e suono di Fabrizio Malerba e Alba Sofia Vella e un incontro con Rino Marino, drammaturgo e psichiatra. Coinvolti diversi luoghi di Calatafimi, tra cui la biblioteca comunale e l’esterno della chiesa del Carmine dove Marina Turco e Marta Occhipinti parleranno di libri. Infine, un cammino nella natura segestana alla ricerca del mito, intitolato La strada di Edipo. “È il momento di sublimare attraverso il teatro le sofferenze che abbiamo provato- dice Alberto Samonà, assessore regionale ai Beni culturali -. La pandemia può servire a fare una rilettura della nostra esistenza. Segesta rappresenta bene con il suo territorio la dimensione plurale dell’identità siciliana”.

Nel mese di agosto, il teatro di Segesta sarà protagonista delle rappresentazioni inserite nel cartellone delle Dionisiache, il cui programma sarà presentato il prossimo 20 luglio. “Speriamo – ha detto Rossella Giglio, direttrice del Parco archeologico segestano – di poter ampliare la capienza del teatro, fissata lo scorso anno in 400 spettatori”.