Prima tappa di una esposizione itinerante organizzata da Confagricoltura Donna Sicilia. Esposte sessanta immagini scattate da giovani fotografi dei territori, che raccontano il lavoro di dieci aziende agricole guidate da donne
di Redazione

Quando le donne curano la terra. Si accendono i riflettori sulle aziende agricole siciliane dirette da donne da generazioni, che stanno resistendo alla crisi del settore provando a reagire con fantasia ed innovazione. È questo lo spirito dell’iniziativa della sezione Sicilia di Confagricoltura Donna, associazione nazionale che già superate le prime cinquanta aziende, nell’Isola vede crescere di continuo il numero delle imprenditrici associate. Un fenomeno, anche a livello nazionale, in continua crescita non solo in agricoltura. Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere, Osservatorio sull’imprenditorialita femminile di Unioncamere, le imprese innovatrici rappresentano il 13,6 per cento del totale delle start up. Ma la loro crescita, in questo biennio, è stata notevole (in aumento del 40 per cento), molte al centro sud di cui almeno il 24 per cento in Sicilia tra sanità, istruzione, ristorazione ed agricoltura.
Da domenica 22 sino al 30 gennaio, negli spazio della sala Tineo dell’Orto Botanico di Palermo, si apre alle ore 11 la mostra fotografica “Donne della Terra, Custodi del Paesaggio” a cura della sezione siciliana di Confagricoltura Donna (visitabile dal lunedì a sabato dalle 9 alle 17, la domenica dalle 10 alle 17).

Il progetto itinerante nasce da un’idea di Maria Laura Crescimanno, giornalista; Maria Pia Piricò Gioia, presidente di Confagricoltura Donna Sicilia; Licia Guccione, vicepresidente che ha curato il coordinamento e gli allestimenti. L’introduzione è del direttore del Simua di Unipa, Paolo Inglese, che spiega: “La storia, anche recente, racconta di alcune donne straordinarie per la nostra agricoltura, mai abbastanza, capaci di imporsi in un mondo ‘maschile’ per definizione, grazie a capacità fuori dal comune. Penso alla grande Maria Cefalì, protagonista unica dell’agricoltura in Calabria, che osò sfidare il monopolio israeliano del pompelmo, o Topazia Alliata che difese fino all’ultimo l’azienda dei principi di Salaparuta e, ancora, Maria Giaconia Pottino di Irosa, vera regina della Madonie. Ma, in fondo, la Dea delle messi è pur sempre una donna e siciliana per giunta”.
La mostra si compone di sessanta immagini del quotidiano scattate da giovani fotografi dei territori, che documentano in diversi momenti del lavoro stagionale le dieci aziende a conduzione femminile che hanno scelto di entrare in rete ed aderire al progetto di promozione territoriale. La mostra propone un insolito spaccato delle realtà agricole e paesaggistiche delle province collinari interne, dove si sperimentano ormai da anni sistemi di agricoltura sostenibile, si introducono nuove pratiche e si recupera uno stile di vita lento e salutare, aziende che aprono le porte ad eventi ed ai viaggiatori stranieri grazie ad internet, visitatori che sempre di più cercano esperienze di contatto umano con territori ricchi di forte identità e tradizione.
Nell’interno della Sicilia non abbandonare e curare la terra significa per prima cosa preservare il paesaggio agricolo tradizionale dell’olio, del grano e del vino, i prodotti alla base della dieta mediterranea, patrimonio acquisito dall’Unesco come migliore pratica alimentare e salutistica, introducendo il biologico, avviando nuove filiere, come ad esempio la cosmetica da prodotti naturali di nicchia. Custodire la terra, garantendo un presidio di sostenibilità e di salvaguardia contro frane, incendi, preservare la biodiversità biologica ed animale e non ultimo, grazie all’innovazione ed al marketing digitale, promuovere nuove possibilità di impiego per i giovani che scelgono di tornare alla terra aprendo nuovi spazi di mercato, introducendo forme di accoglienza turistica di qualità attorno ad itinerari rurali ed enogastronomici alla scoperta di antiche ricette e pratiche agricole locali.

Nelle immagini si ritrovano due generazioni, i volti delle madri e delle figlie al lavoro nelle loro aziende di Palermo, Trapani, Caltanissetta, Ragusa, donne intente a visionare macchinari e produzioni, a raccogliere i prodotti, mettere in atto antiche e nuove pratiche aziendali dal campo alla molitura, al frantoio, alla cantina, ai magazzini, alle serre. Si riscoprono, scorrendo la vita delle aziende, significative produzioni biologiche di sementi, di olio, di mandorle e di limoni, ma anche la moderna floricoltura delle province ragusane, il miele di ape nera sulle Madonie, la canapa per la produzione di oli essenziali, il rosmarino e le conserve di frutta ed ortaggi nel palermitano.
L’ esposizione si sposterà a Mazzarino nella chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, dal 25 febbraio al 5 marzo, l’11 marzo parteciperà ad un evento al femminile promosso da Gruppo Riolo all’Audi Zentrum di Palermo, a maggio sarà ospitata nel museo civico di Caltavuturo, Valledolmo, Petralia Sottana, tappa conclusiva a Roma presso la sede di Confagricoltura (date da definire).
L’iniziativa è sostenuta dagli sponsor: Anpa, Associazione nazionale pensionati agricoli, Banca Bper,Gruppo Riolo Palermo, Salerno Packaging Palermo, Simua Sistema Museale di Ateneo Università di Palermo. Le fotografie sono state scattate nei mesi da settembre a novembre 2022 da: Anna Gioia, Filippo Barbaria, Chiara Fantauzza, Salvatore Girgenti, Manlio Ajovalasit, Gabriele D’Agostino, Carmelo Mazzaglia, Gaetano Conigliaro, Joerg Lehmann.