Dall’Irlanda alla Sicilia, famiglia cambia vita e sceglie Sambuca

Una coppia con tre figli parte da Belfast e si ferma nel borgo agrigentino, dove decide di restare a tempo indeterminato. Lui bergamasco naturalizzato irlandese, artigiano del cuoio, ha ricavato il suo laboratorio in un vecchio granaio ristrutturato

di Ruggero Altavilla

La famiglia Nosari a Sambuca di Sicilia

Un viaggio lungo 3.500 chilometri da un’isola all’altra, dal nord al sud d’Europa. La famiglia Nosari ha lasciato Belfast per volare a Malta, ma lungo il percorso si ferma a Sambuca di Sicilia e decide di restarci a tempo indeterminato. Protagonisti Claudio, Evija e tre bambini di 3, 6 e 12 anni, con tanto di cane e gatto. Lui bergamasco, naturalizzato irlandese, 38 anni; lei lettone e i tre figli nati a Belfast. Partono in jeep per cambiare vita, trasferendosi all’altro capo del Vecchio Continente, dove Claudio vuole continuare a svolgere la sua attività di artigiano del cuoio.

Nosari con una delle sue selle artigianali

Ma giunti a Sambuca di Sicilia, a giugno dell’anno scorso, scatta il colpo di fulmine. La coppia si è innamorata del borgo agrigentino, ben più sicuro della turbolenta Belfast, eleggendola a nuova casa dove far crescere i propri figli. Prima affittano per pochi giorni una casa in campagna, giusto per una breve sosta e per poter visitare la Sicilia. Quello nato come soggiorno mordi e fuggi, diventa un affitto lungo in un palazzetto storico del centro fino a decidere di trasferirsi stabilmente. “Qui c’è tutto – dicono entusiasti Evija e Claudio Nosari – . Natura e cibo, cultura e servizi, qualità della vita e mare. Qui i nostri figli possono crescere al sicuro. I ritmi di vita sono diversi da Belfast”.

Nosari nel suo laboratorio

E proprio a Sambuca che Claudio, artigiano e artista multitasking, mette su un laboratorio. Lo stesso che aveva in Irlanda. Macchine da cucire e attrezzi con taglienti lame, pinze per borchiare e squadre e compassi per disegnare sul cuoio, spesso e dall’odore intenso come quello che si sentiva nelle vecchie concerie.

A Sambuca, in un vecchio granaio rimesso a nuovo, l’artista forma selle ed accessori per moto di grossa cilindrata, soprattutto Harley-Davidson e Indian. Li progetta, disegna, incide, scolpisce, bulina a martello e infine li colora con aerografo o pennello. Inoltre, realizza anche articoli di equitazione, portafogli e cinture, che da Sambuca spedisce in tutto il mondo, soprattutto in Nord America.

Gli attrezzi da lavoro di Claudio Nosari

“Siamo in pochi a fare questo lavoro – aggiunge Claudio – . Non potevo trovare posto migliore. Lavorare a distanza ha questi benefici. Vivo dove voglio e faccio il lavoro che voglio. E poi l’accoglienza qui a Sambuca non ha pari. La gente mi ferma e si mette a disposizione. Ti saluta per strada. Ti viene incontro, ti offre il caffè al bar”. Alla professione di artigiano aggiunge l’hobby di canoa e surf, passeggiate trekking nei boschi e un amore smisurato per gli animali che spesso salva dalla strada. I bambini, invece, frequentano le scuole a Sambuca, fanno teatro, palestra e sport, e sono perfettamente integrati nella comunità.

Claudio Nosari con due cuccioli

“La storia di questa famiglia – afferma il vicesindaco di Sambuca, Giuseppe Cacioppo – è un modello che fa riflettere sulla qualità della vita nel nostro borgo e soprattutto su come si presta a scelte radicali ed importanti anche grazie all’accoglienza che i sambucesi hanno nel loro Dna. È paradigma di un progetto che ogni giorno raccoglie sempre più frutti”.

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