Dall’inferno al paradiso per la biodiversità: viaggio nel Museo del Mare di Milazzo

Un polo espositivo unico che nasce attorno allo scheletro di un capodoglio rimasto impigliato in una rete da pesca illegale. Un percorso educativo ambientale lungo tre livelli che richiamano i gironi danteschi

di Ornella Reitano

Visite serali al MuMa di Milazzo (foto MuMa)

Non è un contenitore di reperti da osservare, ma un messaggio per sensibilizzare, soprattutto i più giovani, alla tutela e salvaguardia del mare; un insegnamento per vivere la natura che ci circonda in modo consapevole, rispettoso e in armonia. Questo è il MuMa, Museo del Mare Milazzo nel Messinese, in prossimità dell’Area Marina Protetta di Capo Milazzo, classificata al primo posto in Italia e decima in Europa come città con maggiore biodiversità.

Lo scheletro del capodoglio Siso (foto MuMa)

Una realtà unica nel territorio e la sua originalità è data dal suo format. Non è un museo che ha bisogno di un percorso di apprendimento sul tema, di una preparazione per poterne comprendere i contenuti, qui la situazione è ribaltata, il MuMa è un percorso educativo ambientale musealizzato. Tutto nasce attorno al capodoglio Siso che diventa il “touch point” per condurci ad una attenta riflessione che a sua volta ci spinge a fare un esame di coscienza sul nostro rapporto con la natura e sulle conseguenze che le nostre azioni hanno sull’ambiente che ci circonda.

Un’idea che diventa realtà grazie all’intuizione del biologo Carmelo Isgrò, fondatore e direttore del MuMa, sviluppata in collaborazione con il Comune di Milazzo e il Museo della Fauna dell’Università degli Studi di Messina a seguito della scarnificazione del corpo per il recupero delle ossa e la ricostruzione dello scheletro che ha eseguito personalmente.

Pulizia delle ossa di Siso

Il MuMa, localizzato all’interno del Castello di Milazzo nell’antica chiesa del Bastione Santa Maria, all’interno della cittadella fortificata, è nato per ospitare lo scheletro di Siso, un capodoglio di circa 13 anni, che ha trovato la sua morte tra tanta sofferenza a causa dell’azione dell’uomo. Nell’estate del 2017, al largo delle Isole Eolie, rimane impigliato con la pinna caudale in una rete illegale, detta spadara, che ne procurerà la morte. Viene trasportato dalle correnti fino alle coste di Capo Milazzo dove inizia la sua seconda vita.

Particolare dello scheletro di capodoglio

Lo scheletro di Siso, sospeso all’altezza dell’altare centrale e illuminato con apposite luci, è riposizionato all’interno del MuMa come se nuotasse, proprio a voler restituire dignità ed una nuova vita al capodoglio morto per l’egoismo dell’uomo. Tutt’intorno sono esposti i suoi pericolosi nemici: reti, spadare e tanta plastica. Video didattici interattivi, esperienze di realtà virtuale, aumentata e installazioni artistiche multimediali, accompagnano i visitatori in questo viaggio all’interno del museo che si sviluppa su tre livelli denominati Inferno, Purgatorio e Paradiso ad indicare un percorso di crescita interiore ricordando l’opera di Dante.

La sezione Inferno

Nell’Inferno, luogo che sottolinea come l’uomo sta distruggendo il mare e la natura, si trovano le attrezzature che i pescatori costruiscono per attirare i pesci, tanta plastica lasciata dall’uomo e le reti che a volte vengono abbandonate in mare.

Nel Purgatorio trovano posto libri e giochi sull’ambiente. È il luogo dove l’uomo è chiamato ad espiare le sue colpe e ad imparare come rispettare l’ambiente, attraverso la lettura e lo studio che ne diffondono la conoscenza. In tutto il percorso il tema comune è la plastica e quella che è ricollocata all’interno del Museo rappresenta solo il 3 per cento di quanto raccolto in una baia di Milazzo. Una vera e propria spiaggia di plastica con 10mila cotton fioc e 15mila tappi di bottiglie raccolti dagli allievi dell’Itis Leonardo da Vinci in sole due ore e in soli 100 metri di litorale.

La sala Purgatorio del MuMa

Ma è nel Paradiso, area in cui si trovano delle installazioni artistiche, che si fa la pace con l’ambiente marino e tutto prende un’altra forma. Qui si arriva quando l’uomo prende coscienza di ciò che ha fatto, si carica di speranza per il futuro e cambia il suo modo di pensare e agire nel rispetto dell’ambiente. Il messaggio semplice che arriva ai bambini attraverso gli insegnamenti del MuMa tende a dare il suo contributo alla formazione di una generazione consapevole che crescerà nel rispetto dell’ambiente in generale e del mare in particolare.

Il lavoro e le attività del Museo del Mare di Milazzo non passano inosservate, tanto che nel 2022 è stato insignito del premio EU4Ocean agli European Maritime Day organizzati dalla DG Mare della Commissione Europea.

Laboratori didattici sugli squali

Il MuMa è un museo, un percorso di educazione ambientale e protezione del mare, un contenitore culturale, un insegnamento specialmente per i più piccoli e molto altro ancora. Al suo interno è possibile ascoltare un concerto di musica classica, partecipare a eventi di intrattenimento, assistere a proiezioni di video tematici o partecipare a conferenze, laboratori culturali i più piccoli e ci si può anche sposare. Siso è diventato il simbolo della rinascita, ma anche della grande responsabilità di tutti perché il mare è in pericolo e noi abbiamo il compito di proteggerlo. Il mare è un luogo grande, forte, impetuoso, ma anche fragile e sta a noi proteggerlo, preservarlo, per rendere questo mondo un posto migliore in cui vivere.

È possibile visitare il museo virtualmente grazie al progetto Let’s digitize MuMa in partenariato con l’Ufficio Regionale Unesco per la Scienza e la Cultura in Europa e con il supporto del Gruppo Prada, ma anche effettuare il tour con un semplice smartphone, con il pc o un visore di realtà virtuale per un’esperienza immersiva. Un viaggio spirituale “per riscoprire l’armonia tra uomo e mare attraverso scienza e arte”.

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