Pubblicato l’elenco dei progetti ammessi al finanziamento con fondi provenienti dal Pnrr per la valorizzazione di un patrimonio edilizio per lo più degradato e spesso poco accessibile
di Redazione

Ci sono masserie, casali, mulini, frantoi, ma anche piccole chiese e case coloniche. Il patrimonio architettonico e paesaggistico rurale siciliano si prepara a rinascere grazie a un finanziamento di oltre 76 milioni di euro, provenienti dai fondi del Pnrr. È stato pubblicato sul sito dell’assessorato regionale ai Beni culturali l’elenco definitivo dei 565 progetti ammessi al finanziamento, rivolto alla valorizzazione di un patrimonio edilizio per lo più degradato e spesso di difficile accessibilità.

Si tratta di edifici che – nelle intenzioni della Regione – potranno tornare a essere presidi vivi del territorio, con finalità anche didattico-educative. I progetti, infatti, privilegiano il ricorso alle moderne tecniche di digitalizzazione e divulgazione e hanno come obiettivo prioritario – spiegano dalla Regione – quello di restituire vivibilità e funzionalità a questo patrimonio, recuperando immobili destinati a uso rurale, civile e religioso. A essere finanziate non sono soltanto le iniziative legate al mondo agricolo, ma anche quelle che prevedono la creazione di servizi di più moderna concezione destinati alla fruizione culturale e turistica.
Il tetto massimo per ciascun intervento è stato di 150mila euro, risorse per l’80 per cento a fondo perduto che sono elevate al 100 per cento nel caso di beni dichiarati di interesse culturale.

“Si tratta di un’importante misura di contrasto al degrado ambientale e culturale – dichiara l’assessore regionale ai Beni culturali, Elvira Amata – che contribuisce a riqualificare quei contesti rurali che nel tempo hanno subito un progressivo processo di abbandono e di degenerazione, tale da alterare il rapporto con gli spazi e il paesaggio circostante. Una misura di recupero dell’identità dei luoghi, insomma, che costituisce la condizione minima essenziale affinché si possa avviare una politica di rilancio culturale ed economico dei territori”.