Dalla Romagna alla Sicilia via New York

Talvolta può essere tortuoso il tragitto che compiono le persone, come quello di Stefania Galegati e della sua famiglia. “I palermitani? Gentili, mi danno del lei”

di Chiara Dino

A volte le cose vanno viste con occhiali diversi. Un po’ come ha fatto Stefania Galegati che è arrivata a Palermo nel 2008, lei nata in Romagna e vagabonda per anni tra  Berlino e New York, e qui è rimasta con Darrel, il marito conosciuto a New York, e i due figli, Nina e Caito di 10 e 9 anni. Lei, dunque, è giunta a Palermo e ci racconta: “Quello che mi ha colpito in maniera immediata era che mancava di tutto”.

Può sembrare tutt’altro che un complimento, ma lei intendeva dire una cosa diversa. “Palermo per me era terra vergine, qui si poteva costruire e inventarsi una vita, cosa che a New York dove c’è tutto, sarebbe stato ben più difficile”. Così lei, che è un’artista di qualità – lavora con la pittura ma anche con la fotografia e gli interventi di arte ambientale – e Darrel, che da sempre si occupa di musica, organizza festival preferibilmente jazz, e lavora sulla produzione, hanno aperto in via San Basilio, a due passi da piazza Massimo, il Caffè Internazionale, esperienza ormai conclusa anche se alcuni “figli” nati lì, come la Summer school di arte, proseguono,

“Un posto – per dirla con le sue parole – dove le consumazioni servivano a finanziare il nostro progetto culturale e artistico: una mostra ogni quindici giorni, ma ogni tanto durano anche di più e qualche volta riesco pure a vender qualcosa, e concerti la sera”. Non è stato facile.Ma non si sono arresi. E adesso puntano a nuovo progetti, magari che sl centro storico della città li faccia spostare in campagna.

“In ogni caso – dice Stefania –, la fatica è ampiamente ripagata dalla natura gentile dei palermitani. Accoglienti e simpatici. E non solo: qui in centro storico c’è una compresenza di stratificazioni sociali diverse che convivono con maggiore apertura che in altre parti almeno d’Italia. Per dire: l’avvocato e quello che va con la moto Ape a vendere per strada magari non escono insieme ma l’uno compra dall’altro e viceversa l’altro magari difende il più debole, se serve anche in Tribunale”. Una coesistenza che Stefania ha riscontrato anche nelle scuole dei figli: ricchi e poveri fanno banda comune.

Nella foto di Alla Rizzo, da sinistra Darrell Shines, Caito Shines, Stefania Galegati e Nina Shines

Talvolta può essere tortuoso il tragitto che compiono le persone, come quello di Stefania Galegati e della sua famiglia. “I palermitani? Gentili, mi danno del lei”

di Chiara Dino

A volte le cose vanno viste con occhiali diversi. Un po’ come ha fatto Stefania Galegati che è arrivata a Palermo nel 2008, lei nata in Romagna e vagabonda per anni tra  Berlino e New York, e qui è rimasta con Darrel, il marito conosciuto a New York, e i due figli, Nina e Caito di 10 e 9 anni. Lei, dunque, è giunta a Palermo e ci racconta: “Quello che mi ha colpito in maniera immediata era che mancava di tutto”.

Può sembrare tutt’altro che un complimento, ma lei intendeva dire una cosa diversa. “Palermo per me era terra vergine, qui si poteva costruire e inventarsi una vita, cosa che a New York dove c’è tutto, sarebbe stato ben più difficile”. Così lei, che è un’artista di qualità – lavora con la pittura ma anche con la fotografia e gli interventi di arte ambientale – e Darrel, che da sempre si occupa di musica, organizza festival preferibilmente jazz, e lavora sulla produzione, hanno aperto in via San Basilio, a due passi da piazza Massimo, il Caffè Internazionale, esperienza ormai conclusa anche se alcuni “figli” nati lì, come la Summer school di arte, proseguono,

“Un posto – per dirla con le sue parole – dove le consumazioni servivano a finanziare il nostro progetto culturale e artistico: una mostra ogni quindici giorni, ma ogni tanto durano anche di più e qualche volta riesco pure a vender qualcosa, e concerti la sera”. Non è stato facile.Ma non si sono arresi. E adesso puntano a nuovo progetti, magari che sl centro storico della città li faccia spostare in campagna.

“In ogni caso – dice Stefania –, la fatica è ampiamente ripagata dalla natura gentile dei palermitani. Accoglienti e simpatici. E non solo: qui in centro storico c’è una compresenza di stratificazioni sociali diverse che convivono con maggiore apertura che in altre parti almeno d’Italia. Per dire: l’avvocato e quello che va con la moto Ape a vendere per strada magari non escono insieme ma l’uno compra dall’altro e viceversa l’altro magari difende il più debole, se serve anche in Tribunale”. Una coesistenza che Stefania ha riscontrato anche nelle scuole dei figli: ricchi e poveri fanno banda comune.

Nella foto di Alla Rizzo, da sinistra Darrell Shines, Caito Shines, Stefania Galegati e Nina Shines

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