Caravaggio e suoi fantasmi: viaggio tra pittura e teatro

Un racconto “digitale” sull’opera di Michelangelo Merisi con videoinstallazioni immersive, visite animate in costume e sonorità barocche

di Antonio Schembri

È l’uomo che crea l’arte. Ma è anche l’uomo a distruggerla. Se l’anima viva delle opere d’arte potesse manifestare il proprio sdegno per l’incuria e la stoltezza dell’essere umano e ribellarsi fuggendo via, probabilmente lo avrebbe già fatto da molto tempo, al punto da lasciare il mondo degli uomini totalmente arido. Troppi gli oltraggi subiti, causati da ignoranza, guerre, bassi ricatti. Come nel caso della Natività, l’olio su tela trafugato dalla mafia dall’Oratorio di San Lorenzo nell’ottobre del 1969. Un quadro mai ritrovato finora, mai restituito. Utilizzato, stando alle testimonianze di alcuni pentiti, come oggetto di scambio nella trattativa Stato-mafia. Cinquant’anni di oblio per quella che costituisce una delle opere più belle di Michelangelo Merisi, in arte Caravaggio.

Un momento di Caravaggio Experience

L’odioso furto della Natività, oggi tra le 10 opere d’arte più ricercate da tutte le polizie del mondo, è uno dei tasselli narrativi di Caravaggio Experience, la mostra “immersiva” appena inaugurata e in programma sino a fine aprile a Palazzo Sant’Elia, la settecentesca dimora aristocratica convertita da qualche anno in spazio espositivo di riferimento a Palermo. Un avvolgente racconto “digitale” – ma accompagnato anche da recitazioni di attori in carne e ossa e da musiche pre-barocche – della vita controversa e avventurosa dell’artista d’origine milanese che, dopo aver manifestato il suo talento tra le botteghe d’arte di Milano, Venezia e Firenze, giunge a Roma neanche ventenne alla fine del Cinquecento e comincia a ottenere le prime grandi commissioni che lo consacrano come un pittore unico.

Gli attori della Casa del Musical

È un ciclo continuo di quarantacinque minuti questo viaggio suggestivo che coinvolge il visitatore attraverso videoproiezioni di apparecchi digitali (messi a disposizione dalla Canon), suoni e antichi motivi musicali e racconti. Arte immersiva, appunto, perché mette effettivamente a bagno lo spettatore in una esperienza emozionale. In linea, del resto, con l’intento dello stesso Caravaggio di abbattere la barriera tra spazio dipinto e spazio reale. In questo happening ad alta tecnologia Caravaggio però non c’è: aleggia soltanto, come un’ombra, un fantasma. A comunicare sono anzitutto le immagini di 57 delle sue oltre 80 opere conosciute. Alle quali si aggiungono le testimonianze recitate dagli attori della Casa del Musical, innovativa compagnia teatrale diretta da Marco Savatteri, che danno vita a quanti nella loro vita ebbero a che fare, spesso scontrandovisi, con Merisi-Caravaggio: detrattori per la maggior parte, invidiosi della sua immensa capacità di far incontrare, senza dissonanze, luce e buio.

Video-proiezioni di Caravaggio Experience

Le proiezioni in alta risoluzione narrano le tappe di una vita in continua fuga. “Caravaggio che si crea e si autodistrugge e perciò non riesce a farsi amare anche da chi, in mezzo ai tanti che lo conobbero e non sopportarono il suo carattere instabile, sregolato, facinoroso, colsero il suo genio, gli vollero bene e tentarono di trattenerlo. Senza riuscirci”, illustra Savatteri.

In parallelo, c’è poi il “problema” dell’arte oggi. C’è il quadro della Natività sparito, la cui tela, a quanto si ipotizza, giace arrotolata e sgualcita in chissà quale deposito impolverato. Ecco allora che, a un certo punto dello spettacolo, tante opere d’arte prendono parola. Sono venute a sapere di quel furto e sono terrorizzate perché la stessa sorte potrebbe capitare anche a loro. C’è la Venere di Milo a cui, mentre dialoga con la Gioconda, cadono le braccia. Ci sono i Bronzi di Riace, la piccola Danzatrice di Edgar Degas, i surrealisti Orologi sciolti di Salvador Dalì e diversi altri capolavori senza tempo, che a un certo punto accerchiano il pubblico. E, con indignazione, lo interrogano su cosa il genere umano intenda fare: avvisandolo che, così continuando, finirà per non vederli mai più. Perché se non otterranno il rispetto che meritano, scapperanno dai musei. Un monito, e un Sos, lanciato a gran voce per tutta l’infilata di 6 stanze su cui si snoda la mostra-performance di Palazzo Sant’Elia.

Un momento della performance

“Gli ospiti verranno accolti come dentro a un gioco: insieme con i figuranti abbigliati con i vestiti seicenteschi potranno diventare loro stessi dei figuranti e scattare fotografie – spiega Antonio Ticali, soprintendente di Palazzo Sant’Elia – . Una maniera più ampia quindi di raccontare l’arte del Caravaggio, inserendola in un contesto storico molto più ampio”.

Un momento di Caravaggio Experience

In questo rutilante mix di situazioni, resta centrale il racconto della vita di Michelangelo Merisi. Nel suo soggiorno a Roma il pittore viene a contatto con le più importanti botteghe d’arte e, entrato nella protezione del cardinale Francesco Maria del Monte, ottiene la commissione pubblica delle tele della Cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi, per il Giubileo del 1600. Caravaggio, ormai è conosciuto così, diventa famoso. Cominciano le invidie e i contrasti con gli artisti concorrenti, alimentati anche dal suo comportamento brusco e perentorio. Nel 1603 gli viene intentato un processo per diffamazione, ma la sua carriera procede a gonfie vele fino a quando i problemi non si acuiscono.

Davide con la testa di Golia

Il dipinto dedicato alla Morte della Vergine, una delle sue opere principali, viene rifiutato per indecenza; e, poco dopo, l’artista viene coinvolto in una rissa col suo vecchio nemico Ranuccio Tomassoni, che perde la vita durante lo scontro. Colpito dalla condanna a morte emessa dal tribunale ecclesiastico, Caravaggio fugge da Roma. Protetto dalla famiglia Colonna, riesce a arrivare a Napoli dove esegue le sette Opere di Misericordia, altro suo capolavoro. Qui, malgrado la condanna papale, apprende la notizia che l’Ordine dei Cavalieri di Malta è disposto ad accoglierlo. Caravaggio realizza così una sua vecchia aspirazione ma sull’isola, dove esegue la Decollazione del Battista (esposta nella Concattedrale di San Giovanni a La Valletta) scoppiano nuove rogne: trame mai chiarite e un ennesimo scontro, stavolta con un cavaliere, che fa scattare subito la prigione per l’artista dal carattere impossibile.

Gli attori della Casa del Musical

Riesce a evadere e, sulla via del ritorno a Napoli, soggiorna in Sicilia dove insieme con altri incarichi esegue a Siracusa il Seppellimento di Santa Lucia, dipinto custodito nella chiesa di Ortigia intitolata alla stessa Santa. A Napoli Caravaggio subisce una nuova aggressione. Nuova fuga, quindi, mentre viene raggiunto dalla notizia del perdono papale. Gli è quindi possibile rientrare a Roma. Ma la sua vicenda si oscura quando nell’estate del 1610 si imbarca su una feluca per Porto Ercole, presidio pontificio dove però viene misteriosamente arrestato. Non si sa se pagò una cauzione o riuscì a evadere. Fatto sta che stavolta, sempre inseguito dalla legge e dalle sue ossessioni, la sua fuga finisce: la morte, forse causata da un attacco di febbre malarica, lo agguanta su una spiaggia dell’Argentario.

Uno degli attori

Narrazione per immagini nella quale la parola passa poi agli attori: “Il loro ruolo è provocare, tenere in ostaggio il pubblico, lo fanno correre, arrivando a stancarlo anche – riprende Savatteri – . Del resto stare dietro a un uomo come Caravaggio non fu cosa semplice quattro secoli fa, come gli rinfacciarono sempre sia Costanza Colonna, la marchesa che molto lo amò, sia lo stesso cardinale Del Monte, sostenitore delle arti che, incantato dalla sua pittura, gli offrì ospitalità a Roma per tre anni. E continua a essere complicato oggi. In questa mostra virtuale la vita del pittore è raccontata soprattutto nella sua capacità di trasformare ciò che tocca, come una specie di Re Mida. In questo caso nel suo potere di contagiare con la sua arte tutte le persone con cui entrò in contatto, nonché di influenzare e ‘mobilitare’ anche tantissime altre opere di epoche precedenti e successive, in un messaggio corale agli uomini”. Il richiamo, appunto, al sacro rispetto della bellezza attraverso l’arte immortale di Caravaggio.

La mostra è visitabile a Palazzo Sant’Elia fino al 30 aprile, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 18 (ultimo ingresso alle 17); sabato e domenica dalle 10 alle 20 (ultimo ingresso alle 19). La performance andrà in scena il 27, 29 e 30 dicembre, con repliche alle 17-18-19-20. Il 31 dicembre alle 12-13-14.

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