Quando le anguille si pescavano a Mondello

Erano tra i pochi pesci d’acqua dolce presenti in Sicilia, venivano un tempo allevate in stagni semi artificiali e vivevano anche in molti fiumi dell’Isola

di Marcella Croce

Le anguille erano tra i pochi pesci d’acqua dolce presenti in Sicilia; venivano un tempo allevate in stagni semi artificiali (bivieri), e vivevano anche in molti fiumi dell’Isola. I contadini, dopo aver gettato nell’acqua rametti di euforbia, una pianta urticante che le obbligava a uscire dalle loro tane, le catturavano con due particolari trappole di vimini a forma di bottiglia. In mancanza di frigoriferi, le anguille e i pesci in generale, venivano conservati nelle chiusere, nasse confezionate come gabbie che venivano calate in mare dai pescatori e poi ripescate al momento della vendita. Le anguille erano un tempo presenti in molte zone: sguazzavano perfino nei canali di Mondello e re Ferdinando di Borbone amava pescarle e nutrirsene quando nel 1799 si rifugiò a Palermo sotto l’incalzare delle truppe napoleoniche e abitò alla Palazzina Cinese con la regina Maria Carolina.

Alcuni ristoranti di Lentini propongono oggi nei loro menu le anguille grigliate con peperoni arrostiti. Un piatto più elaborato è il pasticcio o impanata di anguilla che arrivava anche nelle mense aristocratiche. Come è noto, le anguille trascorrono parte della loro vita nel mare, i pescatori di Marsala vanno tuttora a pesca di anguille vicino la riva quando il mare è troppo mosso per altri tipi di pesca. Cambiando habitat il pesce assume caratteristiche diverse, al punto che dalle parti di Siracusa i pescatori ritengono che esistano due specie differenti.

Erano tra i pochi pesci d’acqua dolce presenti in Sicilia, venivano un tempo allevate in stagni semi artificiali e vivevano anche in molti fiumi dell’Isola

di Marcella Croce

Le anguille erano tra i pochi pesci d’acqua dolce presenti in Sicilia; venivano un tempo allevate in stagni semi artificiali (bivieri), e vivevano anche in molti fiumi dell’Isola. I contadini, dopo aver gettato nell’acqua rametti di euforbia, una pianta urticante che le obbligava a uscire dalle loro tane, le catturavano con due particolari trappole di vimini a forma di bottiglia. In mancanza di frigoriferi, le anguille e i pesci in generale, venivano conservati nelle chiusere, nasse confezionate come gabbie che venivano calate in mare dai pescatori e poi ripescate al momento della vendita. Le anguille erano un tempo presenti in molte zone: sguazzavano perfino nei canali di Mondello e re Ferdinando di Borbone amava pescarle e nutrirsene quando nel 1799 si rifugiò a Palermo sotto l’incalzare delle truppe napoleoniche e abitò alla Palazzina Cinese con la regina Maria Carolina.

Alcuni ristoranti di Lentini propongono oggi nei loro menu le anguille grigliate con peperoni arrostiti. Un piatto più elaborato è il pasticcio o impanata di anguilla che arrivava anche nelle mense aristocratiche. Come è noto, le anguille trascorrono parte della loro vita nel mare, i pescatori di Marsala vanno tuttora a pesca di anguille vicino la riva quando il mare è troppo mosso per altri tipi di pesca. Cambiando habitat il pesce assume caratteristiche diverse, al punto che dalle parti di Siracusa i pescatori ritengono che esistano due specie differenti.

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