Alle Fornaci Maiorana con Mimmo Cuticchio a lezione di pupi siciliani

Terzo appuntamento con i laboratori gratuiti tra i tesori di Palermo condotti dal più celebre dei pupari. I partecipanti si confronteranno con la fiaba “Il tamburino magico” di Gianni Rodari

di Redazione

Tornano i laboratori gratuiti di Mimmo Cuticchio in quattro tesori della periferia di Palermo. Da martedì 11 ottobre, alle Antiche Fornaci Maiorana dell’Acquasanta (via Cardinale Rampolla, 70), terza e penultima tappa per gli incontri con il più celebre dei pupari, nonché il principale artefice della rifondazione dell’Opera dei Pupi e artista acclamato in tutto il mondo. Un’occasione unica per conoscere dall’interno uno straordinario patrimonio di arte, cultura e tradizione riconosciuto dall’Unesco; e di muovere i primi passi nella pratica, sotto la guida del caposcuola.

Laboratorio di Mimmo Cuticchio allo Stand Florio

L’iniziativa è organizzata dall’Associazione Figli d’arte Cuticchio in collaborazione con la Fondazione Le Vie dei Tesori, nell’ambito del Progetto per le aree periferiche finanziato dal Ministero della Cultura in collaborazione con il Comune capoluogo della Città metropolitana di Palermo.

Un momento del laboratorio allo Stand Florio

Dopo il Castello di Maredolce di Brancaccio e lo Stand Florio di Romagnolo, nei tre pomeriggi di domani, mercoledì 12 e di giovedì 13 ottobre (dalle 15,30 alle 18,30), Mimmo Cuticchio guiderà i partecipanti in un percorso di creazione artistica –  dalla manovra alla voce –, incrociando il pensiero critico dello scrittore e pedagogista Gianni Rodari. Questa volta, la fiaba con cui, attraverso i pupi appositamenti realizzati per questo laboratorio, si confronteranno i  venti allievi selezionati per questa terza tappa, sarà “Il tamburino magico”.

Un’allieva del laboratorio

“Le fiabe di Rodari – dice Mimmo Cuticchio – sono senza tempo e ricche di ideali di libertà, uguaglianza e solidarietà. Mi sono sembrate adatte a questi laboratori che servono a fare amicizia con i pupi siciliani, imparare in cosa sono diversi dai burattini e dalle marionette. Quando ero giovane a Palermo c’erano quindici teatri dei pupi, la gente faceva la coda e aspettava con ansia gli sviluppi della trama dei suoi personaggi preferiti. Dopo la crisi degli anni Sessanta, con l’abbandono del centro storico e la diffusione della tv, e dopo la riscoperta e la rivalutazione dell’Opera dei pupi negli ultimi venti anni, mi piace pensare di piantare di nuovo i primi semi di quest’arte antica dentro cui sono letteralmente nato, portato in fasce sulle tavole del palcoscenico del teatrino di mio padre, a Gela. E mi piace farlo partendo dalle periferie, perchè Palermo non è solo il centro storico”.

I laboratori sono aperti a tutti, con l’unico limite della maggiore età. Prevista anche la presenza di uditori-spettatori. Al termine di ogni percorso, ci sarà una restituzione al pubblico del lavoro fatto durante il percorso comune. Iscrizioni e informazioni alla mail pupi@figlidartecuticchio.com.

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