Alla scoperta dei disegni barocchi di Giacomo Amato

Inaugurata all’Oratorio dei Bianchi una mostra sull’opera dell’architetto palermitano. Si potranno ammirare sette tomi ancora racchiusi nelle rilegature settecentesche

di Redazione

Sono ancora custoditi nelle originali rilegature settecentesche, racchiusi in sette tomi che rappresentano una testimonianza importante per lo studio dell’architettura e della decorazione barocca a Palermo. È stata inaugurata questa mattina, nella Sala Fumagalli dell’Oratorio dei Bianchi, la mostra “I volumi di disegni di Giacomo Amato nelle collezioni di Palazzo Abatellis”.

L’esposizione curata da Evelina De Castro e realizzata grazie a una collaborazione tra Palazzo Butera e la Galleria regionale della Sicilia di Palazzo Abatellis, si potrà visitare, dalle 9 alle 18, fino al 2 giugno. Presente all’inaugurazione anche Sabina de Cavi, studiosa del corpus di disegni di architettura e di oggetti d’arte di Amato, e curatrice dell’unico volume che l’anno scorso riunì per la prima volta tutti i disegni e che sarà presentato oggi alle 17, a Palazzo Butera da Stefano Piazza in compagnia dell’autrice

Uno dei disegni di Giacomo Amato

In questa occasione si potranno ammirare, nelle loro antiche rilegature, ottocento disegni dell’architetto del Barocco palermitano che alla Kalsa ha lasciato i suoi capolavori. Appartenente all’ordine dei Crociferi, Amato si formò giovanissimo a Roma con Carlo Rainaldi. Tornato a Palermo, importò, nella chiese di Santa Maria della Pietà e Santa Teresa alla Kalsa gli insegnamenti del maestro e quelli derivati dallo studio delle opere di Carlo Fontana. La facciata di Santa Teresa è particolarmente significativa in tal senso: due ordini scanditi da elementi verticali, la cui plasticità aumenta progressivamente in corrispondenza dell’asse centrale, una grande finestra al centro del secondo ordine, un tondo con un bassorilievo, circondato da putti, sopra il portale.

Da ricordare, tra i suoi progetti per chiese e oratori, alcuni lavori in collaborazione con Giacomo Serpotta e la sua numerosa famiglia di stuccatori, come l’Oratorio di San Lorenzo e l’Oratorio del Rosario di San Domenico.

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