Al via il restauro di due opere d’arte a Catania

Si tratta di un dipinto su tavola e di una croce lignea custoditi nella chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata e in quella di San Giuliano

di Redazione

Torneranno presto al loro antico splendore due preziose opere d’arte custodite a Catania nella chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata e in quella di San Giuliano. Si tratta, rispettivamente, del dipinto su tavola raffigurante Sant’Antonio da Padova e della Venerata Croce lignea dipinta. Entrambe appartengono al Fondo edifici di culto del ministero dell’Interno e saranno restaurate grazie al finanziamento della Regione Siciliana.

Chiesa di San Francesco d’Assisi all’Immacolata

“Il nostro obiettivo – spiega il governatore Nello Musumeci – è noto: restituirle alla fruizione e al culto della gente poiché costituiscono entrambe testimonianza dello splendore dell’arte presente a Catania nei secoli antecedenti la colata lavica del 1669 e il catastrofico evento sismico del 1693”. È stata la soprintendente ai Beni culturali del capoluogo etneo, Rosalba Panvivi, insieme al dirigente dell’Unità architettonica e storico-artistica, Nicola Neri, ai rettori delle due chiese e al direttore dei lavori, Carmela Cappa, a consegnare le opere alle ditte aggiudicatarie.

Chiesa di San Giuliano

Quella di Maria Scalisi, specializzata in restauri, interverrà sulla Croce dipinta di San Giuliano. L’opera presenta le caratteristiche proprie dello stile gotico catalano mentre elementi bizantini si associano, nella realizzazione dei volti e dei corpi, alle conquiste dell’Umanesimo e del Rinascimento nel campo dell’arte.

La ditta Dolmen di Caltanissetta si occuperà, invece, della tavola dipinta raffigurante Sant’Antonio e il Bambino del XVI secolo. Attorno alla figura del santo, in riquadri delimitati da cornici scolpite e dorate, sono raffigurate dieci storiette della sua vita tra le quali spiccano quelle relative alle tentazioni e ai viaggi da evangelizzatore. Sotto la figura centrale, un cartiglio reca la scritta “Petunt et accipiunt iuvenes et cani”, il cosidetto Sequeri: una forma di preghiera popolare che la tradizione consiglia per recuperare gli oggetti perduti.

Entrambi gli interventi si svolgeranno a “laboratorio aperto” per consentire a chiunque di seguire le diverse e complesse fasi di restauro. A tale scopo, nei locali delle sacrestie delle due chiese sono già stati individuati spazi idonei a ospitare i laboratori che potranno così essere visitati anche dalle scolaresche dei licei artistici cittadini e dagli studenti dell’Università di Catania.

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