Addio a Biagio Conte, il missionario combattente per i “più poveri dei poveri”

È scomparso a 59 anni il frate laico palermitano che ha speso la sua vita per gli ultimi. Fondatore della Missione di Speranza e Carità, le sue condizioni di salute si erano aggravate nelle ultime settimane. Tante le sue battaglie tra proteste, digiuni e pellegrinaggi

di Giulio Giallombardo

Biagio Conte (foto Igor Petyx)

Ha combattuto fino alla fine la sua ultima battaglia. Si è spento questa mattina Biagio Conte, il missionario laico che ha speso la sua vita per gli ultimi. Lottava da tempo contro una malattia e nei giorni scorsi aveva voluto partecipare, nonostante le gravissime condizioni, alla messa, sul lettino, accompagnato dal medico e dalle persone a lui più vicine, nella comunità di via Decollati a Palermo. È lì che fratel Biagio ha trascorso gli ultimi giorni, in una delle sedi della Missione di Speranza e Carità che aveva fondato nel 1993 per aiutare “i più poveri dei poveri”, come raccontava il missionario. I funerali si svolgeranno nella Cattedrale di Palermo martedì prossimo, il 17 gennaio alle 10,30, celebrato dall’arcivescovo Corrado Lorefice.

UNA VITA PER GLI ULTIMI

Un ritratto di Biagio Conte (foto Igor Petyx)

Nato a Palermo nel 1963, figlio di imprenditori edili, dopo un infanzia prima in Svizzera in un collegio di suore, poi in quello di San Martino delle Scale, vicino a Palermo, a vent’anni, dopo una profonda crisi spirituale, decide di allontanarsi dalla famiglia, andando a vivere a Firenze. Qualche anno dopo, nel 1990, sceglie la vita da eremita ritirandosi nelle montagne dell’entroterra siciliano e successivamente facendo un viaggio interamente a piedi verso Assisi. Un pellegrinaggio reso noto alle cronache per gli appelli della famiglia al programma “Chi l’ha visto?”, dove Biagio ha risposto in diretta informando del suo cammino verso Assisi. Torna quindi a Palermo per salutare i familiari, con l’intenzione di trasferirsi in Africa o in India come missionario, ma cambia idea per aiutare i poveri della sua città.

LA NASCITA DELLA MISSIONE

La sede della missione in via Archirafi (foto Igor Petyx)

È a Palermo che Biagio Conte vuole lasciare il segno. In un primo momento si è speso per i senzatetto della Stazione centrale, per cui si batte attraverso diverse proteste ed un digiuno, grazie al quale ottiene l’utilizzo di alcuni spazi in via Archirafi, all’interno dei quali fonda nel 1993 la Missione di Speranza e Carità, che oggi accoglie centinaia persone. “La società li chiama: barboni, vagabondi, giovani sbandati, alcolisti, ex detenuti, separati, prostitute profughi, immigrati; ma dal momento che ho sentito il coraggio di incontrarli ed abbracciarli – racconta Biagio Conte sul sito internet della missione – , li ho chiamati fratelli e sorelle, senza farli sentire inferiori o diversi da noi tutti”.

IL “MIRACOLO” DI LOURDES

Una vita di battaglie combattute in strada, di proteste, digiuni e pellegrinaggi, segnata anche da un evento che ha del miracoloso. Il 16 gennaio 2014 Biagio Conte, da anni costretto su una sedia a rotelle a causa di vertebre schiacciate a seguito delle spossanti fatiche cui si è sottoposto nella sua missione, riprende a camminare dopo un’immersione nelle acque di Lourdes. Un episodio prodigioso che è stato confermato anche da alcuni sacerdoti.

LA VISITA DI PAPA FRANCESCO

Papa Francesco pranza alla mensa della MIssione di Speranza e Carità

Altro anno importante il 2018, quando, in segno di protesta dopo la morte di alcuni senzatetto, il missionario decide di dormire in strada, sotto i portici del Palazzo delle Poste centrali, iniziando uno sciopero della fame durato dieci giorni; in seguito la Regione ha finanziato l’ampliamento della sede di via Decollati. Nello stesso anno, nella missione arriva la visita di Papa Francesco, che pranza nella sala mensa insieme a 160 persone, tra poveri, migranti, ex detenuti, volontari. Fuori dalla mensa, ma sempre all’interno della missione altre 1.300 persone pranzano “simbolicamente” insieme al Papa. “La Chiesa deve camminare unita e diventare esempio di carità per tutta la società – aveva detto il missionario in occasione della visita del pontefice – . Bisogna essere attenti a tutti, i papà che hanno perso il lavoro, le famiglie che hanno figli disabili, le donne con figli rimaste sole, gli immigrati, i carcerati, tutti quelli che hanno perso la speranza”.

GLI ULTIMI GIORNI

La chiesa di via Decollati (foto Igor Petyx)

Ma anche in questi ultimi giorni, pur gravemente malato, fratel Biagio era tornato a lanciare appelli alle istituzioni per aiutare la missione che aveva fondato, chiedendo aiuto per il pagamento delle bollette e delle spese necessarie per garantire l’assistenza agli indigenti. Oggi la Missione di Speranza e Carità continua a assistere centinaia di bisognosi, grazie all’attività di numerosi volontari che hanno deciso di seguire l’insegnamento di Biagio Conte, e opera in nove comunità, tra Palermo e provincia, destinate all’accoglienza maschile e a quella di donne singole o mamme con bambini. Le tre comunità principali sono quella “storica” di via Archirafi, chiamata da Biagio Conte “Missione Speranza e Carità”; quella di via Garibaldi, destinata alla “accoglienza femminile” e quella di via Decollati, chiamata “La Cittadella del Povero e della Speranza”.

LA MISSIONE SI APRE ALLA CITTA’ CON LE VIE DEI TESORI

La sede di via Decollati (foto Igor Petyx)

Nel 2019 le sedi di via Archirafi e via Decollati si aprono ancora di più alla città, entrando nel circuito del festival Le Vie dei Tesori. Arrivano molti visitatori, in tanti non erano mai entrati negli spazi di via Archirafi, altri ignoravano esistesse un’altra sede in via Decollati. Sono giorni di scoperta: il lavoro della Missione, l’esempio di Biagio Conte, la dedizione dei suoi seguaci, la delicatezza con cui si prendevano cura della cappella. I visitatori lasciano la missione con le lacrime agli occhi e alcuni chiedono come poter contribuire al lavoro della comunità.

“Grazie a fratel Biagio per quello che ha fatto, – dice il presidente della Fondazione Le Vie dei Tesori, Laura Anello – grazie per essere stato un uomo di rottura, grazie per essere stato un eretico del bene in una città che adesso finalmente lo onora, ma che all’inizio lo guardava con diffidenza e sospetto, come tutti coloro che si macchiano del ‘peccato di fare’. Inserire i suoi luoghi della Missione nel circuito delle Vie dei Tesori, accanto a splendori arabo-normanni e barocchi, è stato un segnale forte per dire che quei luoghi erano anch’essi tesori, luoghi dove scoprire, conoscere, amare, aprire la mente. Un segnale per dire che per Vie dei Tesori la cosa importante non è la bellezza fine a se stessa o compiaciuta, ma la bellezza come strumento di crescita della comunità. Speriamo di potere tornare, nel suo solco, a continuare con la Missione in questo percorso”.

LE PAROLE DI CORDOGLIO

Al lavoro nella missione di via Decollati (foto Igor Petyx)

Sono tantissimi i messaggi di cordoglio che si susseguono dopo l’annuncio della morte del missionario. Il Vaticano dedica alla sua figura un lungo omaggio: una notizia con il suo impegno verso i poveri e gli ultimi campeggia nella home page di VaticanNews, il portale di informazione della Santa Sede. “Profondo dolore” esprime anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che aggiunge: “Il rimpianto e la riconoscenza nei confronti di Biagio Conte vanno espressi consolidando e sviluppando anche in futuro le sue iniziative affinché il ricordo della sua figura sia concreto e reale, così come è stato il suo esempio”.

Mantenere viva la vocazione del missionario è anche l’auspicio del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani: “Con il suo impegno quotidiano e instancabile in favore degli ultimi, – dice il governatore – ci ha ricordato come, per ogni cristiano, la carità sia una condizione essenziale della propria esistenza umana e attuazione concreta della propria fede. Consapevole che la sua perdita lascia un vuoto incolmabile, posso solo affermare che il suo esempio sarà più vivo che mai nell’ispirare le mie personali azioni di solidarietà verso il prossimo e quelle del mio governo”.

Il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, che ha proclamato il lutto cittadino con bandiere a mezz’asta nelle sedi comunali e nelle scuole, ricorda “l’ultimo incontro di pochi giorni fa con Biagio Conte, durante il quale – dice il primo cittadino – mi ha raccomandato di non dimenticare mai i poveri. È con questo spirito di che l’amministrazione e la nostra comunità devono a stare vicini alla Missione Speranza e Carità che continuerà a essere un punto di riferimento per Palermo”.

Condividi
Tags

In evidenza

Dai depositi alle sale di Palazzo Abatellis, risplende un trittico medievale restaurato

In mostra una preziosa pala d’altare quattrocentesca, raffigurante l’incoronazione della Vergine fra i Santi Pietro e Paolo, tornata a nuova vita grazie a fondi privati erogati attraverso l’Art Bonus

Nasce a Palermo la scuola diffusa di arti e mestieri della tradizione

Il progetto prevede oltre 700 ore di percorsi di avviamento gratuiti, 20 borse di tirocinio per giovani meno abbienti, 10 inserimenti lavorativi in botteghe artigiane e il coinvolgimento di 100 professionisti

Dall’ex Palazzo delle Finanze alla Chimica Arenella, passi avanti per il recupero di quattro tesori abbandonati

Firmato un protocollo d’intesa tra il Comune e l’Agenzia del Demanio per avviare interventi di rigenerazione di alcuni edifici storici. Presto un tavolo tecnico per reperire i fondi necessari

Ultimi articoli

A Caltanissetta seminari, workshop e laboratori nel segno di Dürer

In programma due incontri con l’artista e docente Calogero Barba e per i più piccoli si gioca con Sefora Bello. Al Museo Diocesano prosegue fino al 29 aprile la mostra di incisioni del genio rinascimentale

Quei tormentati intrighi amorosi nel palazzo dei Gravina

La dimora di Francesco Paolo in via IV Aprile, nel cuore di Palermo, fece da sfondo a una sfortunata storia matrimoniale. Nello stesso edificio fu ospite anche l’ammiraglio Horatio Nelson con la consorte Emma Hamilton

A Palermo l’arte di Omar Hassan, un ponte tra passato e futuro

L'artista italo-egiziano, figlio della tolleranza, per la prima volta a Palermo con la mostra "Punctum", inaugurata a Palazzo Reale con sette opere allestite per l'occasione. C'è una Nike in dolce attesa che inneggia alla pace e la mappa del capoluogo realizzata con 8928 tappini di bombolette spray

Articoli correlati