A Palermo l’arte di Omar Hassan, un ponte tra passato e futuro

L’artista italo-egiziano, figlio della tolleranza, per la prima volta a Palermo con la mostra “Punctum”, inaugurata a Palazzo Reale con sette opere allestite per l’occasione. C’è una Nike in dolce attesa che inneggia alla pace e la mappa del capoluogo realizzata con 8928 tappini di bombolette spray

di Redazione

Omar Hassan, Più di uno

Da Miami a New York, passando per Londra, Berlino e Milano. Homar Hassan, artista italo-egiziano, figlio della tolleranza, arriva per la prima volta a Palermo nel Palazzo che costudisce la Cappella Palatina, simbolo dell’integrazione per  eccellenza. È la prima delle opere accolte in mostra è una coraggiosa reinterpretazione della Nike di Samotracia, “in dolce attesa”, che inneggia alla Pace. “Da anni riflettevo su quest’opera, ma serviva un luogo come Palazzo Reale di Palermo. La Nike Praegnans è simbolo della Vittoria, ma anche della Libertà. In un mondo caratterizzato da contraddizioni e guerre. La Nike rinnova la sua  rappresentazione e simboleggia la Pace”, ha detto Omar Hassan,  durante la conferenza stampa di presentazione della mostra Punctum, alla presenza  del direttore generale Patrizia Monterosso.

Panoramica della mostra

L’inedita mostra, frutto di un dialogo autentico sull’asse Milano-Palermo tra l’artista italo-egiziano e la stessa Fondazione Federico II, è stata inaugurata il 24 marzo e sarà fruibile fino al primo ottobre.

L’arte di Omar Hassan è in sperimentazione costante ed esplora lo spazio interstiziale tra classicità e contemporaneità, connettendo passato, presente e  futuro. Non c’è distinzione tra pittura e scultura. Il concetto e l’azione restano alla base di ogni suo gesto artistico. Omar Hassan usa il colore per catturare l’attenzione del fruitore, ma è dietro il colore che si  nasconde il vero senso dell’opera. L’uso della tela è in perfetta in sintonia col  fenomeno della crisi della pittura da cavalletto. La stratificazione lessicale e il superamento delle gerarchie tra pittura e scultura rappresentano, inoltre, la  cifra stilistica della sua produzione, ben radicata nell’arte antica e nella  tradizione storico-artistica ma protesa al futuro e alla ricerca del nuovo.

Pax

Ma Punctum è anche la simbiosi tra Omar Hassan e Palazzo Reale nel segno del puro site-specific: non poteva essere diversamente se l’incontro avviene tra un artista di madre cristiano-cattolica e padre musulmano, che lo hanno predisposto alla tolleranza e al nuovo e il palazzo “fabbrica di idee” sin dai tempi di Federico II, che custodisce la Cappella Palatina,  simbolo per antonomasia dell’integrazione tra culture.

Sono ben 7 su 15 le opere site-specific: le suggestioni di Palazzo Reale hanno  stimolato in Omar Hassan un impulso artistico che si concretizza nella  realizzazione di ∞ Lights, Autoritratto, Pax, Triloquio, No Filter, la Nona IX e la  Mappa di Palermo. “Abbiamo voluto Omar Hassan – afferma Gaetano Galvagno, presidente della  Fondazione Federico II – perché è testimone dell’arte del nostro tempo. Noi  come Fondazione Federico II abbiamo la responsabilità quotidiana di  mantenere contemporaneo un Palazzo che è Patrimonio dell’Unesco e che già  in passato fu contraddistinto da un impulso creativo sempre rivolto in avanti”.

Omar Hassan con la mappa di Palermo

“Punctum – ha detto Patrizia Monterosso, dettore generale della Fondazione Federico II – è l’insofferenza ad accettare pigramente un’idea  dell’arte che rinuncia ad esprimersi con energia per addentrarsi in uno  sperimentalismo creativo che diviene leva critica per aprire gli occhi sulla realtà. Il titolo della mostra nasce da una prospettiva condivisa dalla  Fondazione Federico II con l’artista per concepire le mostre come reazione ad  una tendenza allarmante di resa dell’arte a quella densità che non tocca più in  profondità”.

Omar Hassan ha esposto a Miami e New York, Londra, Berlino, Tokyo, Parigi  e Milano: oggi approda a Palermo un artista in piena evoluzione. La creazione delle sue Mappe si traduce in opere in cui vuole mettere il mondo al mondo attraverso l’arte. Per realizzare la Mappa di Palermo ha utilizzato 8928 tappini di bombolette spray dipinti ad uno ad uno. L’opera non è solo il riferimento geografico di uno  dei suoi approdi artistici, ma è anche un omaggio al valore del singolo come  parte di un insieme sereno e armonico, ognuno di uguale importanza, ciascuno  nella sua essenzialità. “Nelle grandi città – osserva inoltre Omar Hassan – c’è  una netta distinzione tra centro e periferie. A Palermo, il centro e alcuni quartieri  non facili sono quasi confinanti. Credo sia un primo sintomo di integrazione”.

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